NON SCATTA IL BONUS PRIMA CASA PER LA RINUNCIA AL DIRITTO DI ABITAZIONE
La rinuncia a titolo gratuito al diritto di abitazione deve essere tassata, oltre che con l’imposta di donazione, con le imposte ipotecaria e catastale e le rispettive aliquote del 2 e dell’1 per cento, da applicare al valore del diritto rinunciato. Non si può applicare l’agevolazione prima casa e così degradare alla misura fissa le imposte proporzionali.
L’interpretazione dell’Agenzia delle Entrate riguardo alla rinuncia a titolo gratuito al diritto di abitazione offre spunti significativi per comprendere il trattamento fiscale di tali operazioni. Secondo la risposta a interpello 525 del 26 ottobre 2022, la rinuncia al diritto di abitazione deve essere soggetta a un carico impositivo complesso, comprendente non solo l’imposta di donazione, ma anche le imposte ipotecaria e catastale, applicabili in misura proporzionale.
Analisi del Caso
Il caso in questione coinvolge un contribuente che, a seguito del decesso della moglie, ha acquisito un diritto di abitazione sulla casa coniugale, ereditata in quote eguali con la figlia della defunta. Quando il contribuente ha deciso di rinunciare alla sua quota del 50% del diritto di abitazione, si è posto il problema di capire se tale rinuncia gli avrebbe consentito di avvalersi delle agevolazioni previste per l’acquisto della prima casa.
Posizione dell’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia ha confermato che alla rinuncia di un diritto reale a titolo gratuito si applicano le imposte ipotecaria e catastale, negando l’applicabilità dell’agevolazione prima casa. Questo approccio si basa su un’interpretazione restrittiva della legge, in particolare dell’articolo 69 della legge 342/2000, che regola le agevolazioni per i trasferimenti immobiliari derivanti da successioni o donazioni. Secondo le circolari precedenti, tali agevolazioni non si estendono agli atti a titolo gratuito, inclusa la rinuncia a diritti reali.
Riflessioni Finali
L’assenza di un riferimento a potenziali manovre elusive da parte del contribuente suggerisce una legittimazione delle strategie fiscali adottate per ottimizzare la propria situazione patrimoniale. Tuttavia, questa pratica deve sempre essere valutata con attenzione per evitare conseguenze indesiderate, considerando che le normative fiscali sono spesso soggette a interpretazioni rigorose.
In conclusione, la posizione dell’Agenzia delle Entrate chiarisce l’approccio normativo riguardante le rinunce a titolo gratuito e l’impatto sulle agevolazioni fiscali, evidenziando la necessità di un’attenta pianificazione patrimoniale e fiscale per i contribuenti in situazioni simili.
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