DIRETTIVA EUROPEA:ENTRO IL 2030 TUTTE LE CASE DOVRANNO RISPETTARE GLI STANDARD ENERGETICI DELLA CLASSE E

efficientamento energetico 2030

DIRETTIVA EUROPEA: Tutte le case dovranno rispettare gli standard energetici della classe E entro il 2030 e della classe D entro il 2033.

Entro il 2030 gli immobili in classe energetica F o G dovranno essere ristrutturati per portarli almeno in classe E. Entro il 2033, poi, ci dovranno essere solo abitazioni che siano almeno in classe D. Sono i primi due step per avere entro il 2050 solo edifici a emissione zero. Prende forma la nuova direttiva UE che inizierà il suo iter al Parlamento Ue il 24 gennaio prossimo. Ecco cosa prevede e perché impatterà sulla gran parte degli immobili italiani.

Il settore edilizio è fondamentale per conseguire gli obiettivi dell’UE in materia di energia e clima per il 2030 e il 2050. Ma soprattutto l’accordo raggiunto oggi aiuterà i cittadini a realizzare notevoli risparmi energetici. Edifici migliori e con una maggiore efficienza energetica miglioreranno la qualità di vita dei cittadini riducendo le bollette e alleviando la povertà energetica.

Il testo della proposta della Commissione europea dovrebbe avere il primo via libera il prossimo 24 gennaio per poi concludere il suo iter entro marzo (salvo ulteriori rinvii). La direttiva arriva al Parlamento UE con alcune modifiche rispetto alla proposta iniziale: la più importante, oltre a uno slittamento di date, è quella che almeno per il momento non sono previste sanzioni o limitazioni alla vendita e alla locazione degli immobili che non si adegueranno per tempo ai nuovi requisiti di classificazione previsti per i prossimi decenni.

Ma che cos’è la certificazione energetica di un edificio?

La certificazione degli edifici dice quanto una casa spreca o risparmia energia. Il che dipende da tante variabili: infissiimpiantisistemi di isolamento… A livello nazionale ottenere la classe energetica è obbligatorio per tutti gli edifici di nuova costruzione o da ristrutturare; per comprare o vendere casa; per accedere agli incentivi fiscali; per i nuovi contratti di affitto.

Per differenziare le classi energetiche vengono usati degli indicatori: A4A3A2A1BCDEFG

La classe energetica più performante è, quindi, A4, la meno performante, invece, la G. Questa scala classifica i consumi in ordine crescente. Ne prenda atto soprattutto chi vuole acquistare o vendere casa: sul mercato una classe energetica valida (come A, B o C) è più spendibile di un F o di una G (le peggiori).

Tecnicamente si chiama APE ed è un documento indispensabile da presentare al momento del rogito quando si acquista o si vende casa o si affitta. La certificazione energetica sulla casa è un attestato che riporta tutte le informazioni su come è stato costruito un edificio sotto il profilo dell’isolamento termico e del consumo energetico.

Le nuove tappe previste dalla Ue 

A corredo della direttiva, la Commissione ha messo su carta una road-map da seguire per rendere più efficienti gli immobili nelle classi energetiche inferiori:

  • entro il 2030 si dovranno rendere più efficienti gli immobili in classe F e G;
  • entro il 2033 quelli in classe E;
  • entro il 2040 gli immobili in classe D;
  • entro il 2050 tutti gli edifici dovranno essere a emissione zero.

Classe energetica casa D. In questa classe rientrano quasi tutti gli immobili costruiti negli ultimi 15/20 anni che, di solito, hanno una buona coibentazione del tetto e muri perimetrali spessi. Per salire di classe, si può installare una caldaia a condensazione unita a un riscaldamento a pavimento, oppure, considerare di montare sistemi di energia autonoma come un impianto fotovoltaico.

Classe energetica casa E. Pur avendo consumi piuttosto sostenuti, è la classe più diffusa perché riflette il parco immobiliare italiano e lo stato piuttosto datato degli impianti di riscaldamento. Nei suoi parametri rientrano, infatti, tutte quelle case edificate durante gli anni ’80-’90. Per passare alla classe superiore è necessario ridurre i consumi di circa il 25% con interventi quali cappotto termico interno o esterno, sostituzione degli infissi e adozione di una nuova caldaia a condensazione.

Va ricordato che l’iter che sta per iniziare il 24 gennaio e che porterà la direttiva ad essere approvata dal Parlamento UE probabilmente a marzo, è solo un primo passo: in seguito la direttiva dovrà essere recepita anche dai singoli Stati. Ci sono quindi aspetti che dovranno guidare la regolamentazione nazionale verso edifici sempre più sostenibili. Ad esempio è probabile che ogni Stato debba ulteriormente lavorare ad affinare gli standard minimi in edilizia (affinché gli stessi requisiti minimi previsti alle Dolomiti siano diversi da quelli previsti alle Eolie).

Visti gli obbiettivi molto sfidanti che si vogliono raggiungere, dovranno essere rivisti tutti i regolamenti su edilizia, impianti e materiali. Una cosa che però richiede pianificazione e tempi certi fin da subito. Le nuove prescrizioni, poi, impatteranno tanto sugli edifici di nuova costruzione quanto su quelli esistenti. 

L’edificio infine diventa un sistema integrato con la sostenibilità ambientale. Il che implica ad esempio la presenza di punti di ricarica delle auto elettriche anche nei condomini e sistemi smart per la gestione dell’energia, sia elettrica sia termica.

Per la Commissione europea, iniziare a ridurre le emissioni di gas serra è un passaggio fondamentale per conseguire l’obbiettivo delle emissioni zero entro il 2050; e gli immbili sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue, visto che tre quarti degli edifici è inefficiente dal punto di vista energetico. 

Tuttavia se si pensa che in Italia circa il 60% degli edifici è oggi in classe F e G, si capisce quanto sarà impattante per molte famiglie anche solo il passaggio in classe E. Per il salto di classe, infatti, occorre ridurre i consumi energetici di circa il 25%: riduzione che si ottiene solo con interventi come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi o la sostituzione della caldaia con una nuova a condensazione. Quello che è certo è che la spesa per avere edifici più sostenibili non deve gravare sulle tasche dei cittadini, per molti dei quali la casa rappresenta l’unico patrimonio o fonte di reddito.

I proprietari devono poter vendere e affittare gli immobili semplicemente presentando la certificazione dello stato di fatto in cui si trova l’immobile al momento della vendita o della locazione; spetterà poi all’acquirente fare i lavori approfittando degli incentivi. Rimane evidente che sarà il mercato stesso a valorizzare gli edifici che hanno adeguato la loro classe energetica, penalizzando quelli non ancora efficientati. 

Occorre pertanto definire chiaramente tempi e modalità in sede Ue poi in Italia andando di pari passo con la promozione di incentivi certi e duraturi. Serve pertanto procedere con una strategia chiara e non con proroghe all’ultimo minuto o continui cambiamenti regolatori tecnici e fiscali ad ogni legge di bilancio. Solo così sarà possibile affrontare questa sfida coinvolgendo i cittadini e migliorando il nostro Paese.