I TECNICI PER RIGENERARE I BORGHI ABBANDONATI: EDILIZIA, TRADIZIONI, CULTURA DOMANDE ENTRO 15 MARZO 2022

Rigenerare i borghi: i finanziamenti

Il Ministero della Cultura (MiC) ha pubblicato il bando da 1 miliardo di euro per l’attuazione del Piano Nazionale Borghi previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
L’iniziativa si articola in due distinte linee di azione: una da 420 milioni di euro per la realizzazione di 21 interventi pilota, uno per ciascuna Regione o Provincia Autonoma, l’altra da 580 milioni di euro per la rigenerazione culturale di 229 borghi storici.

21 Progetti pilota 420 milioni di euro

La prima linea, alla quale sono destinati 420 milioni di euro, sosterrà progetti pilota per la rigenerazione culturale, sociale ed economica dei borghi a rischio abbandono o abbandonati, tramite la realizzazione di 21 interventi pilota pari a 20 milioni ciascuno, uno per ciascuna Regione o Provincia Autonoma. I progetti dovranno prevedere l’insediamento di nuove funzioni, infrastrutture e servizi nel campo della cultura, del turismo, del sociale o della ricerca, come ad esempio scuole o accademia di arti e dei mestieri della culturaalberghi diffusi, residenze d’artista, centri di ricerca e campus universitari, residenze sanitarie assistenziali (RSA) dove sviluppare anche programmi a matrice culturale, residenze per famiglie con lavoratori in smart working e nomadi digitali.

Durante il confinamento della pandemia Covid-19, le città e le case sono sembrate improvvisamente inadeguate ai ritmi dell’uomo. Per questo è partita la ricerca delle “piccole dimensioni”, da riqualificare con progetti “condivisi”, anche meno dispendiosi in termini economici rispetto alle realtà “cittadine”.  Luoghi e contesti favorevoli, con servizi per accogliere una nuova vita organizzata in piccole “comunità”, con aria, verde, bellezze naturali intorno e edifici sostenibili, sani, sicuri, intelligenti, da acquistare e ristrutturare secondo le tradizioni con materiali intelligenti, tecniche salubri per tutelare la salute (all’edilizia degli ultimi 50 anni sono state attribuite malattie decessi secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità) e con un impegno di spesa più modesto rispetto alle cifre impegnative delle città, sono tra gli obiettivi del prossimo futuro.

Realtà che piacciono molto anche ai giovani, che intendono guardare a nuove iniziative legate all’agricoltura. Questa nuova “era” è già iniziata, basti pensare agli immobili messi in vendita nelle città, il crollo dei prezzi degli stessi, con un aumento della domanda in zone periferiche e nei piccoli aggregati urbani.  Le città assumeranno sicuramente un ruolo satellite, collegato ai nuclei decentrati parzialmente o totalmente indipendenti economicamente e socialmente. Vivere ambienti meno inquinanti, stressanti, strombazzanti, meno costosi a misura d’uomo, dove poter vivere senza rinunciare a tutti i servizi ed i comfort a cui oggi siamo tutti abituati è la recente novità in crescita.

Il futuro è nei Piccoli Comuni, che rappresentano circa il 54% del territorio italiano. Territori al di sotto dei 5mila abitanti che puntano su innovazione e sostenibilità, turismo di prossimità, valorizzazione e tutela dell’ambiente, percorsi enogastronomici, promozione di culture e tradizioni. Secondo gli osservatori immobiliari e Coldiretti dalla fine del lockdown le ricerche immobiliari in campagna, nei borghi e nei piccoli comuni di montagna sono aumentate del 29%, con un crescente aumento della domanda e una decisa inversione di tendenza rispetto al passato.

L’Italia è il Paese della “bellezza diffusa”, molta di questa collocata nelle valli di montagna, con un passato consolidato appunto nell’agricoltura e in quella cultura delle sagre, vigneti, uliveti, conventi e percorsi ecclesiali, monasteri con vecchie farmacie, biblioteche, fortezze, paesaggi feudali. Ed è qui che oggi i giovani e meno giovani stanno già timidamente, ma regolarmente impiantando un lavoro autonomo e creativo ed è qui che vanno sviluppati spazi per l’accelerazione della piccola e media impresa. Sono molti i progetti che caratterizzano questo percorso, sostenuti da iniziative e finanziamenti europei, nazionali, regionali, locali. È il contatto con la natura, lo stare bene, la riscoperta delle tradizioni e della buona e sana alimentazione, che guida il mercato.

580 milioni di euro per 229 borghi storici

La seconda linea d’azione mira alla realizzazione di progetti locali di rigenerazione culturale di almeno 229 borghi storici. In particolare, 380 milioni andranno a sostenere le proposte presentate dai Comuni (in forma singola o aggregata, fino a un massimo di 3 Comuni, con una popolazione complessiva fino a 5.000 abitanti) e 200 milioni di euro verranno indirizzati quale regime di aiuto a micro, piccole e medie imprese localizzate o che intendono insediarsi nei borghi che saranno selezionati.
I progetti potranno prevedere interventi, iniziative o attività in ambito culturale e in quelli dell’istruzione, ricerca, welfare, ambiente o turismo. L’importo massimo del contributo sarà di circa 1,65 milioni di euro a borgo.


Rigenerare i piccoli borghi: ecco come partecipare al bando

Le Regioni e i Comuni dovranno presentare le loro proposte al MiC per le due linee di azione (progetti pilota e progetti di rigenerazione culturale) entro il 15 marzo 2022. Alla presentazione delle candidature seguirà una fase negoziale condotta da un Comitato tecnico istituito dal MiC al quale partecipano da un rappresentante delle Regioni, un rappresentante dell’ANCI e un rappresentante delle associazioni partecipanti al Comitato di coordinamento borghi. Il percorso negoziale, mirato alla verifica della coerenza delle proposte progettuali con i processi e le tempistiche attuative del PNRR, si concluderà entro maggio 2022 con l’ammissione a finanziamento delle 21 proposte e l’assegnazione delle risorse al soggetto attuatore individuato da ogni singola proposta.

Con bando successivo verranno assegnati i 200 milioni di euro della seconda linea di azione alle imprese che svolgono attività culturali, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali nei borghi selezionati per la realizzazione dei progetti di rigenerazione culturale, fino a un totale complessivo tra le due componenti di circa 2,53 milioni di euro a borgo.

In coerenza con le disposizioni del PNRR, il 40% delle risorse complessive sarà destinato alle 8 regioni del Mezzogiorno e gli interventi dovranno essere portati a termine entro giugno 2026.


L’avviso pubblico, insieme a tutte le informazioni, è pubblicato all’indirizzo https://cultura.gov.it/borghi.