SOLO CASE SALUBRI ALL’ORIZZONTE: I NUOVI PROTOCOLLI NON LASCIANO ALTERNATIVE PER LE “NAZIONI UNITE” UN AMBIENTE SANO E’ UN DIRITTO UMANO

casa salubre

La salute e il benessere negli edifici sono in cima all’agenda dei professionisti dell’area tecnica delle costruzioni, con inviti a rendere gli ambienti sani. Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha dichiarato l’accesso a un “ambiente pulito, sano e sostenibile” un diritto umano.


L’Italia come il Regno Unito sono in ritardo rispetto a molti paesi europei nella quantità di attenzione prestata ai prodotti per l’edilizia sani e agli standard abitativi di qualità e all’etichettatura che possono limitare i danni alla salute delle persone, come il monitoraggio della qualità dell’aria nei nuovi edifici è ancora un evento raro.

Occorre fare i conti con la “chimica delle costruzioni”. Ci sono circa un migliaio di composti organici volatili (COV) in circolazione nei prodotti da costruzione, con notevoli effetti sulla salute, la missione di tutti è promuovere opzioni di prodotti più sani con una progettazione che tenga conto degli effetti negativi sugli occupanti, ha affermato Simon Corbey, direttore associato dell’Alliance for Sustainable Building Products (ASBP). I composti volatili (VOC) sono generalmente presenti nelle vernici e nelle finiture, prodotti in legno pressato, colle e adesivi. Ma anche il resto dell’edificio può essere una fonte a lungo termine di problemi, in particolare l’isolamento può determinare effetti prestazionali , favorire muffe e umidità, che sono dannosi alla struttura stessa, alle pareti per il conseguente sfarinamento degli intonaci e alla salute: aumentano problemi respiratori, asma, neoplassie, decessi. In Francia, l’Agenzia per la salute e la sicurezza alimentare, ambientale e sul lavoro (ANSES) garantisce che ogni prodotto da costruzione, dai rivestimenti per pavimenti e rivestimenti a pareti e finestre, abbia una valutazione sull’incidenz sulla qualità dell’aria interna. L’Austria ha il suo database Baubook  e chiunque è libero di accedere e ha clausole di appalto per le specifiche. Il registro dei prodotti Natureplus è ben consolidato in Germania e utilizzato dai professionisti in molti paesi dell’UE, ma è relativamente sconosciuto nel Regno Unito e in Italia. Gli standard sono elevati e circa 600 prodotti sono attualmente certificati come conformi allo standard VOC.

Google sta sviluppando la propria iniziativa di materiali sani in rapida espansione Portico. I produttori di prodotti forniscono le informazioni e decidono il livello di trasparenza sui loro prodotti. Mostra la sua provenienza americana con l’uso della certificazione LEED invece del BREEAM del Regno Unito, ma il database contiene già oltre 2.600 prodotti. Oltre alle risorse tecniche online dell’ASBP, i tecnici del Regno Unito possono accedere ai documenti tecnici su Luce diurna e luce solare, Qualità dell’aria interna e Selezione dei materiali e Acustica che compongono il rapporto del gruppo di lavoro del Green Building Council del Regno Unito “Salute e benessere nelle case” lanciato lo scorso anno.

Tuttavia, con la nozione di sostenibilità che si espande per comprendere la salute e il benessere e guidata dalle implicazioni delle normative sulla tenuta all’aria, il dibattito sui materiali da costruzione sani rimarrà all’ordine del giorno. Resta il fatto che anche in Italia non possiamo ignorare il rispetto dei requisiti igienico-sanitari nella progettazione e realizzazione degli interventi edilizi importanti sia per la relativa dichiarazione di conformità, che per il rilascio del certificato di agibilità del complesso edilizio o delle singole unità immobiliari che ne fanno parte. La principale norma di riferimento è il decreto ministeriale (sanità) 5 luglio 1975 “Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896, relativamente all’altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione”, che stabilisce le regole fondamentali da rispettare, di seguito riportate. A questa si aggiungono le normative sempre più stringenti relative al gas radon (decreto n.101/2020), la normativa sul ricambio di aria negli ambienti chiusi c’è Uni 10339, entrata in vigore nel 1995, che ha come scopo proprio il miglioramento degli ambienti chiusi, indipendentemente dalla destinazione d’uso, il Testo Unico dell’Edilizia DPR 380/01, le Norme Tecniche/2008  cap. 11 (etichettatura materiali), il Regolamento UE N.305/2011 che afferma “Le opere di costruzione devono essere concepite e realizzate in modo da non rappresentare, durante il loro intero ciclo di vita, una minaccia all’igiene o la salute e la sicurezza dei lavoratori, degli occupanti o dei vicini e da non esercitare un impatto eccessivo, per tutto il ciclo di vita, sulla qualità dell’ambiente o sul clima, durante la loro costruzione, uso e demolizione” tra cui: sviluppo gas tossici, emissioni VOC aria interna ed esterna, umidità  e aereazione, protezione contro il rumore, impianti illuminazione e le numerose Sentenze della Corte di Cassazione, che obbligano a garantire la salubrità degli edifici riconoscendo che ” Il diritto alla salute comprende anche il diritto ad abitare e soggiornare in un ambiente salubre, privo di fattori anche solo potenzialmente pregiudizievoli e lesivi all’integrità pscichica e fisica dell’individuo. Cass. 18247/2014“, “l’immobile deve essere IDONEO all’uso a cui è destinato  e non avere vizi pericolosi per la SALUTE (Cass. 24459 del 2011), “gli edifici non devono causare la lesione della salute e il pregiudizio alla vita di relazioneCorte di Cassazione n. 19253 del 07.07.2021.

Si aggiungono i requisiti richiesti per certificare la qualità degli edifici: il Breeam è un acronimo composto da BRE (Building Research Establishment) ed EAM (Environmental Assessment Method), uno degli standard progettuali edilizi più diffuso al mondo per la valutazione d’impatto ambientale degli edifici. Ideato dal BRE Group – un’istituzione indipendente dedita alla ricerca e all’analisi degli impatti ambientali – è adottabile su base volontaria e serve a certificare lo standard degli edifici ecosostenibili. Grazie a questo protocollo di valutazione della sostenibilità degli edifici, riconosciuto a livello internazionale, i progettisti e gli architetti possono dare prova ai propri clienti, compresi enti e pubbliche amministrazioni, della rispondenza del progetto alle migliori pratiche edilizie che rispettano l’ambiente.

Gli edifici sono anche responsabili di circa la metà dei consumi totali di energia a livello mondiale, producendo circa il 40% di emissioni di CO2 e il 38% dei rifiuti. A fronte di questi dati, l’applicazione dei principi di sostenibilità ambientale e di riuso dei materiali, cardini di un modello di economia circolare, alla filiera delle costruzioni appare sempre più un’urgenza e non una scelta alternativa. In questo il protocollo più diffuso a livello mondiale per la bioedilizia è il Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), nato negli Stati Uniti nel 1993 per opera dello USGBC (United States Green Building Council) e approdato in Italia nel 2009 grazie all’impegno di GBC Italia, che ha allineato gli standard internazionali sia al nostro sistema normativo sia alle caratteristiche costruttive della nostra edilizia.

Il sistema di rating Leed si struttura in 7 sezioni organizzate in prerequisiti e in crediti. I prerequisiti di ogni sezione sono obbligatori affinché l’intero edificio possa venire certificato, mentre i crediti possono essere scelti in funzione delle caratteristiche del progetto. Dalla somma dei punteggi dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto, che può essere: Base (40-49 punti), Argento (50-59 punti), Oro (60-79 punti) e Platino (80 punti e oltre).

Per concludere il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha dichiarato l’accesso a un “ambiente pulito, sano e sostenibile” un diritto umano.