IN AUMENTO GLI AFFITTI IN MOLTE CITTA’: CHI SCENDE E CHI SALE?

affitti in città

Secondo gli ultimi dati disponibili, i prezzi degli affitti in Italia sono aumentati in diverse regioni, ma alcune hanno registrato aumenti più significativi rispetto ad altre.

Secondo l’analisi condotta da Idealista, i costi degli affitti sono destinati ad aumentare anche nel 2023, segnando una continua tendenza al rialzo nel mercato immobiliare italiano. Questa tendenza è particolarmente evidente nelle grandi città, dove il rientro dalle vacanze estive coincide con un aumento dei prezzi degli affitti.

Le due analisi dell’Ufficio Studi di Idealista evidenziano come alcuni regioni siano più colpite da questo aumento dei costi degli affitti rispetto ad altre. Questo può essere attribuito a diversi fattori, come l’elevata domanda di case nelle grandi città, la scarsità di offerta di alloggi, l’aumento dei prezzi delle proprietà immobiliari e altri fattori economici locali.

Dall’analisi condotta è emerso che l’età media di coloro che cercano stanze in case condivise è in costante aumento, passando da 32 anni nel 2022 a 34 anni nel corso del 2023. Un confronto con il 2019 – l’ultima analisi svolta prima della pandemia – l’età media dei locatori si attestava sui 29 anni. Inoltre, pare ci sia stato un calo dell’offerta in molte città, in modo particolarmente accentuato in alcune, tra cui spiccano Venezia (-86%) e Trento (-81%).

Tuttavia, in relazione al forte calo dell’offerta è analizzando i singoli mercati che si evidenziano le variazioni di prezzo più marcate si sono registrate a :

  • Bergamo (+27%);
  • Firenze (+26,6%);
  • Torino (+25%);
  • Genova (+16,7%);
  • Verona (+14,3%);
  • Bari (+11,1%);
  • Padova (+10,3%);
  • Milano (+10%).

Tutti grandi centri questi che segnano incrementi a doppia cifra.

Ci sono stati però anche aumenti a Roma e Napoli (entrambe 9,4%).

Milano

Concentrandosi sull’analisi dei prezzi e non solo sugli aumenti, però, c’è da dire che Milano resta la città più cara per studenti e lavoratori fuorisede con 570 euro di media per la stanza davanti a Torino. Seguono Firenze e Brescia (490 euro per entrambe), quindi Bergamo (470 euro), Roma (460 euro), Bologna e Padova (entrambe 450 euro) per citare le più care.

Le più economiche sono invece Reggio Calabria (180 euro), Catania (220 euro), Messina (220 euro), Pescara e Ancona (entrambe 230 euro).

Le città italiane dove gli affitti sono aumentati di più

Affittare casa costa di più anche per chi va a vivere da solo. Il report di Idealista pubblicato il 6 settembre infatti ha registrato un aumento del costo medio degli affitti in Italia pari al +1,4% ad agosto, circa 13,7 euro/m2. E Ancora più significativa è stata la variazione se si tiene conto di un arco temporale maggiore, infatti rispetto all’anno scorso – nel giro di 12 mesi – gli affitti in generale sono aumentati dell’11,9%.

Valle d’Aosta

Le regioni che hanno riportato gli aumenti maggiori sono:

  • Valle d’Aosta (+10,6%);
  • Trentino-Alto Adige (+4,3%);
  • Puglia (+3,5%).

Aumenti superiori alla media nazionale si rilevano anche in:

  • Sicilia (+3%);
  • Liguria (+2,9%);
  • Calabria (+2,8%);
  • Lombardia (+2,5%);
  • Campania (+2,3%);
  • Piemonte (+1,5%).

I restanti incrementi di agosto sono compresi tra l’1,4% del Lazio e lo 0,4% della Sardegna.

Prezzi in aumento anche in 57 su 106 province monitorate, trascinate dai rimbalzi a doppia cifra di Vibo Valentia (16,7%), Brindisi (15,2%), Fermo (12,6%), Aosta (10,6%) e Trapani (10,2%). Incrementi superiori alla media nazionale dell’1,4%, vengono rilevati invece in 33 province, con valori che vanno dal 9,9% di Bolzano, a scendere sino all’1,5% di Avellino e Biella. All’estremo opposto, Pesaro-Urbino (-11,6%), Isernia (-10,6) e Pescara (-7,3%) sono le zone che hanno subito il maggior calo di prezzo ad agosto.

I canoni più elevati richiesti dai proprietari si trovano a Lucca (31,7 euro/m²), Belluno (27,7 euro/m²), Rimini (26,4 euro/m²) e Grosseto (25,4 euro/m²). Milano è settima con 21,2 euro al metro quadro, mentre Roma diciassettesima con 14,7 euro mensili. Mentre, le province più economiche per l’affitto sono Enna (4,8 euro/m²) che precede Caltanissetta (5,3%) e Avellino (5,7 euro/m²). Milano (22,4 euro/m²) è stabilmente la città più cara per gli inquilini, seguita da Massa (19,7 euro/m²) e Firenze (18,5 euro/m²), Roma, con 14,9 euro mensili di media, si posiziona sesta, Napoli (13 euro/m²) è nona nel ranking dei prezzi. Di contro, le città più economiche per la locazione sono Vibo Valentia (4,6 euro/m²), Caltanissetta (4,9 euro/m²) e Reggio Calabria (5 euro/m²).

Nelle città, invece, i maggiori aumenti rivelati nell’ultimo mese si concentrano a:

  • Udine (+11,8%);
  • Carrara (+7,9%);
  • Sassari (+7,7%);
  • Lecce (+7,5%).

Incrementi superiori alla media nazionale poi ci sono stati in altri 26 capoluoghi, compresi tra il 6,3% di Frosinone e l’1,6% di Napoli.

Inoltre, c’è da dire che questo trend dei prezzi di richiesta in aumento c’è stato in pressoché tutti i principali mercati cittadini, infatti, a eccezione di Bologna, stabile ad agosto crescono anche:

  • Roma (+2,3%);
  • Catania (+1,9%);
  • Milano (+1,8%);
  • Napoli (+1,6%);
  • Bari (+0,9%);
  • Torino (+0,8%).

All’opposto il calo maggiore spetta al Molise (-4,6%), che precede Marche (-2,7%), Veneto (-2,1%) ed Abruzzo (-1,8%). Prezzi giù anche in Emilia-Romagna (-0,9%) e Toscana (-0,2%). La Valle d’Aosta (22,3 euro/m2) è la regione più cara davanti a Toscana (18 euro/m2) e Lombardia (17,9 euro/m2). Altre regioni con valori sopra la media nazionale sono: Emilia-Romagna (15,6 euro/m2), Trentino-Alto Adige (15,1 euro/m2) e Lazio (14,2 euro/m2). Di contro, Umbria (6,9 euro/m2), preceduta da Molise (7 euro/m2) e Basilicata (7,2 euro/m2) rappresentano le aree più economiche della Penisola.

Questa tendenza al rialzo nel mercato immobiliare mette in evidenza la necessità di politiche abitative adeguate da parte del governo e delle autorità locali per garantire l’accesso a alloggi a prezzi sostenibili per tutti. Altrimenti, il divario tra coloro che possono permettersi di affittare un alloggio e coloro che non possono rischia di aumentare ulteriormente, contribuendo a una maggiore disuguaglianza sociale.