TARI RIDOTTA SE MANCA IL SERVIZIO

Tari

Cassazione: l’impresa può chiedere la riduzione della TARI se il Comune non svolge regolarmente e integralmente il servizio di raccolta dei rifiuti.

Una nuova ordinanza  conferma l’orientamento di prassi secondo cui, se il Comune non provvede correttamente alla raccolta dei rifiuti, la TARI può essere ridotta: il nuovo pronunciamento è della Corte di Cassazione (ordinanza n.5940 del 23 febbraio 2022). Se la raccolta non viene effettuata fino alla sede fisica dell’azienda, che deve pertanto provvedere a spese proprie con un servizio sostitutivo privato, allora la tassa sui rifiuti (TARI o altra denominazione equivalente) non è dovuta integralmente.

La Suprema Corte aveva già messo nero su bianco le conseguenze in caso di disservizio da parte dell’Ente locale (con l’ordinanza 19767 del 22 settembre 2020), accogliendo il ricorso di un’impresa che aveva chiesto al Comune una riduzione dell’imposta dato la mancata raccolta dei rifiuti. Secondo la Cassazione, la TARI è rappresenta un tributo dovuto da parte di un singolo soggetto in relazione all’espletamento di un servizio nei confronti della collettività da parte dell’Ente pubblico, pertanto se questo viene a mancare è necessario provvedere a un ricalcolo dell’imposta stessa. A entrare in gioco, secondo i giudici, è la distanza dal più vicino punto di raccolta, come si legge sull’ordinanza.

Nelle zone in cui non è effettuata la raccolta, la TARI è dovuta in misura non superiore al 40 per cento della tariffa da determinare, anche in maniera graduale, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita.

Si tratta in tutti questi casi di “riduzioni tecniche” della tariffa sui rifiuti, applicabili in caso di contrazione del servizio, e quindi dei costi per il suo espletamento. In queste situazioni, è applicabile uno sconto TARI dal 20 al 40% obbligatorio al verificarsi di situazioni oggettive che vanno a incidere sul presupposto impositivo.