SUPERBONUS VERSO LO STOP TOTALE

Anche Bankitalia bocca il superbonus, aprendo per la prima volta (e forse a sorpresa) al taglio immediato e senza eccezioni alla misura.

L’agevolazione fiscale del superbonus è stata bocciata anche da Bankitalia. I conti pubblici sono in crisi e neanche le nuove restrizioni sembrano frenare l’accumularsi dei crediti d’imposta superiori alle attese.

In particolare, nel corso dell’audizione preliminare all’esame del DEF, nell’ambito delle Commissioni riunite di Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione) e Senato (Programmazione economica e bilancio), il Capo del Dipartimento Economia e Statistica di Banca d’Italia ha affermato:

La politica di bilancio sarà chiamata, oltre a reperire risorse per le “politiche invariate” che si deciderà di perseguire, anche a finanziare le transizioni digitale e verde. Per raggiungere gli obiettivi a queste connessi, infatti, sembra necessario rafforzare gli investimenti pubblici in innovazione, il sistema di incentivi alla ricerca e sviluppo e all’efficientamento energetico. Nell’introdurre nuovi schemi di incentivazione occorrerà peraltro evitare di ripetere gli errori che hanno caratterizzato alcune misure recenti, in particolare l’esperienza del Superbonus.

Le ripetute revisioni al rialzo delle stime di costo di misure del passato generano inevitabilmente incertezza. Per contribuire a dissiparla occorrono informazioni su alcune variabili molto rilevanti per l’evoluzione dei conti, in particolare quelle relative agli incentivi edilizi che si prevede matureranno nel 2024-25 e ai tempi degli investimenti del PNRR”.

Lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura, sebbene mosse da necessità tangibili, non fanno altro che rendere le agevolazioni edilizie sempre più elitarie, scriveva la Corte dei Conti.

In particolare:

“L’improvvisa abolizione della possibilità di cessione, pur con una lunga fase di transizione, acuisce i problemi di liquidità creatisi con l’esaurimento della capienza fiscale delle imprese e dei potenziali cessionari e accentua il carattere di potenziale regressività dei sussidi, certamente d’ora in poi utilizzabili solo in presenza di ampia capienza fiscale da parte dei beneficiari”.

Il Superbonus ha avuto un costo altissimo, oltre ogni previsione iniziale, in particolare, scriveva ancora la Corte dei Conti l’anno scorso:

“A fronte dei 12 miliardi iniziali previsti dal decreto legge n. 34/2020 gli interventi di proroga hanno portato le attese delle risorse impegnate a 33 miliardi, a fronte di un onere per l’erario al momento stimato in oltre 75 miliardi”.

Quota salita al dato impressionante e pericoloso di 170 miliardi di euro, fornito qualche giorno fa dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio in relazione al periodo 2020-2023.

Secondo quanto riportato da IlSole24Ore anche l’agenzia di rating Fitch ha iniziato ad occuparsi seriamente della valutazione del superbonus rispetto ai conti pubblici italiani. L’agenzia di rating, in particolare, scrive che “la spesa del superbonus pone l’onere del debito pubblico su una traiettoria ascendente”. 

Intanto Bankitalia ha scritto alla commissione Finanza del Senato, tornando nuovamente a raccomandare un cambio di passo totale nell’approccio alla misura, in particolare vengono fatte le seguenti raccomandazioni:

  • tutte le misure di questo tipo – incentivi edilizi – dovranno avere aliquote molto lontane dal 100%;
  • la base informativa di tali misure dovrebbe essere esaustiva sia nei numeri che nei successivi meccanismi di controllo.

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