SALVA CASA:VIA LIBERA ALLE MINI ABITAZIONI E SANATORIE PIU’ AMPIE

Abitabilità più facile per i micro-appartamenti, ma anche cambi di destinazione d’uso più semplici. Il Testo

Il recente decreto Salva Casa ha introdotto significative modifiche normative che influenzano la gestione degli immobili in Italia, semplificando i processi di abitabilità per i micro-appartamenti e rendendo più agevoli i cambi di destinazione d’uso. In particolare, il decreto permette la sanatoria di piccole difformità realizzate prima del 2006, anche in aree con vincoli paesaggistici, e facilita la regolarizzazione di interventi in difformità con titoli rilasciati prima del 1977. Queste misure sono state accolte favorevolmente da imprese e progettisti, che vedono nel decreto un passo avanti verso la modernizzazione delle normative edilizie e una maggiore flessibilità nell’adattamento degli spazi urbani alle esigenze attuali.

Tra le principali proposte di modifica approvate, una novità importante riguarda i monolocali: potranno avere l’abitabilità con una superficie minima di 20 metri quadrati per una persona (dagli attuali 28) e di 28 per due persone (ora ne servono 38).

Mentre l’altezza minima dei locali interni passa dai 2,7 metri al limite di 2,4 metri, a condizione che gli edifici siano sottoposti a ristrutturazioni per garantire idonee condizioni igienico-sanitarie. Tra le altre novità introdotte dagli emendamenti approvati, la possibilità di abitabilità dei sottotetti, anche “quando l’intervento di recupero non consenta il rispetto delle distanze minime tra gli edifici e dai confini”.

Si ampliano inoltre le maglie delle tolleranze costruttive, cioè le differenze consentite tra quanto autorizzato e quanto realizzato, portate fino al 6% per gli appartamenti fino a 60 metri quadrati (per gli interventi entro il 24 maggio 2024). La procedura semplificata che supera la doppia conformità si applica anche a immobili con vincoli storici, artistici e ambientali, purché le difformità siano lievi.   Una norma riguarda anche il Vajont: si agevola l’ottenimento del certificato di abitabilità o di agibilità per tutti gli immobili ricostruiti colpiti dalla catastrofe del 1963. I comuni, poi, potranno utilizzare le somme derivanti dalla regolarizzazione delle difformità urbanistiche e dall’alienazione di immobili interessati da abusi anche per completare o demolire le opere pubbliche incompiute. Modifiche, queste, che si aggiungono a quella sullo stato legittimo: se ci sono abusi nel condominio si potrà comunque procedere con i lavori di riqualificazione in un singolo appartamento e viceversa. Inoltre il mutamento della destinazione d’uso della singola unità immobiliare, con o senza opere, all’interno della stessa categoria funzionale “è sempre consentito”, nel rispetto delle normative di settore.

Ok anche alla norma sulle demolizioni: dai tre mesi di tempo a disposizione per rimuovere gli abusi dopo l’ingiunzione del comune si passerà a otto. Porticati e tende bioclimatiche entreranno infine negli interventi di edilizia libera. Congelate invece le norme salva-Milano, sulle autorizzazioni edilizie per i casi degli immobili finiti nel mirino dei giudici come presunti abusi.

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