REVISIONE OBBLIGATORIA DELLE RENDITE CATASTALI CON LE SIMULAZIONI DOPO I LAVORI DEL SUPERBONUS

La revisione obbligatoria delle rendite catastali ha generato molte preoccupazioni da parte di chi ha usufruito del Superbonus. Da un lato, si tratta di norme già esistenti ma mai applicate, e dall’altro, potrebbe essere il segnale di una stretta più ampia che coinvolgerà non solo il bonus del 110%, ma anche altri incentivi edilizi. Ciò comporterà una campagna di controlli e verifiche estensiva da parte dell’Agenzia delle Entrate. Le regole esistenti saranno scrutinate accuratamente e, se necessario, colpite da misure di correzione.
In una realtà parallela, in cui la teoria e la pratica coincidono alla perfezione, il possidente di una dimora ha l’onere di aggiornare la valutazione catastale della sua proprietà in caso di lavori di ristrutturazione che comportino un aumento del suo valore. Spetta al professionista incaricato, entro un periodo di trenta giorni dal termine del cantiere, depositare presso le autorità municipali una prova della presentazione della variazione catastale, al fine di concludere la pratica edilizia. In alternativa, potrebbe presentare una dichiarazione affermando che gli interventi effettuati non hanno avuto alcun impatto sulla situazione catastale dell’abitazione. Tuttavia, questa narrazione è caratterizzata da un obbligo spesso disatteso, senza che ciò porti a conseguenze negative. Inoltre, i controlli effettivi sono praticamente inesistenti.
CAMBIANO LE REGOLE CON LA NUOVA LEGGE DI BILANCIO 2024
La recente Legge di Bilancio del 2024 ha introdotto un obbligo specifico per coloro che hanno usufruito del famoso “110%”.
L’Agenzia delle Entrate ha il compito di verificare se è stata effettuata la dichiarazione di variazione catastale per gli immobili che hanno beneficiato di questa sovvenzione, al fine di valutare eventuali modifiche che potrebbero influire sulla rendita dell’immobile registrata nel catasto dei fabbricati.
Queste verifiche vengono effettuate su liste selettive e potrebbero comportare l’invio di lettere di conformità ai contribuenti coinvolti.
Tuttavia, non tutti i lavori realizzati con il superbonus richiedono necessariamente una variazione nella rendita: ciò accade solo quando viene aumentato il numero di stanze, quando viene incrementata la volumetria o quando il valore dell’immobile aumenta del 15%. Queste valutazioni dovrebbero essere effettuate da esperti tecnici anziché dai proprietari, ma sono i proprietari a subirne le conseguenze.
Infatti, in caso di mancata presentazione della comunicazione, si applicano sanzioni che vanno da un minimo di 1.032 euro a un massimo di 8.264 euro. Tali sanzioni, a loro volta, potrebbero influire sulla tassazione dei contribuenti. Ciò che è certo è che l’obbligo di aggiornare le rendite si traduce automaticamente in un aumento delle imposte sulla casa. Se si tratta di seconde case, aumenteranno l’Imu, l’imposta di registro e quella sulle successioni, e indirettamente anche l’Irpef. Se si tratta di prime case, l’Imu non subirà effetti, ma tutti gli altri prelievi sì. Senza considerare le conseguenze sull’Isee.
LE PRIME SIMULAZIONI
Secondo le prime simulazioni, potremmo assistere ad aumenti delle rendite catastali del 16-18% nel caso di un passaggio di classe e oltre il 30% nel caso di un salto di due classi. È quello che accadrebbe a Roma e Milano in seguito all’aggiornamento dei valori catastali legati alle ristrutturazioni edilizie. Per fare un esempio, a Roma un’appartamento popolare A4, appartenente alla classe più bassa, con 6 vani catastali in una zona censuaria 2 con una rendita di base di 759 euro, arriverebbe a 883 euro con un aumento di una classe (+16%) e a 1.038 euro con un aumento di due classi (+36%). A Milano, uno stesso appartamento popolare A4 di classe intermedia, con 6 vani catastali in una zona censuaria 2, vedrebbe la sua rendita aumentare da 604 euro a 712 euro con un passaggio di classe (+18%) e a 836 euro con un aumento di due classi.