MIGLIORAMENTO STATICO EDIFICI IN MURATURA:IL CUCI E SCUCI

Muratura

La tecnica del cuci e scuci è un tipo di intervento tradizionale ed avviene attraverso il ripristino della continuità muraria con la rimozione degli elementi lapidei o di laterizio lesionati da eventuali movimenti del terreno o tellurici o degradati per il trascorrere del tempo e la realizzazione di una nuova tessitura muraria con nuovi elementi, senza però spezzare la funzione statica della muratura nel corso dell’applicazione stessa. Questo tipo di intervento non può essere pensato come un consolidamento diffuso per tutte quelle murature che presentano un degrado complessivo, generato di solito dalla scarsa qualità muraria, infatti è consigliato solitamente in quelle situazioni che presentano stati fessurativi o di degrado in zone di pareti con una modesta estensione. Si applica invece,nel caso in cui si abbia a che fare con murature in pietrame con collegamenti tra le pareti confluenti, affidati a elementi di forma e dimensioni non idonee. L’applicazione è altresì legata alla presenza all’interno della muratura, di una minima regolarità riguardo la tessitura. In caso di una muratura senza tessitura, come quella costituita da ciottoli, è preferibile optare per altre tecniche di intervento, come le iniezioni locali di malta.

LE FASI ESECUTIVE

Le fasi esecutive prevedono dopo  il puntellamento di entrambi i lati del muro, il recupero del materiale da utilizzare simile per forma e dimensioni a quelli già esistenti in loco, evitando così il fenomeno dello scollamento per l’eventuale discontinuità della trama. Non è comunque sempre un passo obbligato, il dover scegliere il nuovo materiale sia di uguale natura, forma e dimensione di quello preesistente, fatta eccezione per quelle situazioni dove è indispensabile salvaguardare anche l’aspetto estetico per garantire la rigenerazione e l’espressività storica di un edificio, soprattutto in quelli vincolati; l’unico aspetto obbligante da tenere presente riguarda le caratteristiche di resistenza dei nuovi materiali, che devono essere il più possibili vicine a quelle dei materiali in opera, prevenendo il costituirsi di concentrazione degli sforzi dovuti alle differenti risposte della muratura alle varie sollecitazioni.

Le operazioni da effettuare prevedono quattro fasi:  dopo aver scrostato e pulito i bordi della zona interessata che si ricava nello spessore del muro, di individuare e delimitare l’area da cui iniziare i lavori e la direzione dello sviluppo degli stessi. Di solito si parte dal punto più basso, anche se non è una regola fissa, tenendo presente la distribuzione delle tensioni nella muratura stessa. Si procede allo smontaggio della muratura nella zona interessata, cercando di scalzare ogni singolo elemento, avendo cura a non romperlo o danneggiarlo, lasciando un contorno frastagliato per permettere la successiva ammorsatura tra la parte esistente e quella nuova. Si prepara poi la superficie della cavità ed i mattoni utilizzati per la cucitura, si puliscono le superfici di entrambi bagnandole, favorendo così l’adesione della malta. Si inseriscono i nuovi elementi, utilizzando malte con caratteristiche meccaniche e spessori simili a quelli già esistenti.

Ripetendo l’operazione, si procede secondo la direzione prestabilita fino al completamento dell’intervento.

Questo tipo di intervento, come già accennato, deve essere preceduto da una accurata e attenta fase di diagnosi per valutare la fattibilità dell’operazione in relazione alle posibili rotture o crolli. Si procede quindi per sezioni successive in aree di limitata estensione, evitando l’indebolimento dell’involucro edilizio esistente.

Questo tipo di intervento è  possibile anche nelle zone di connessione.

In merito alle criticità di questa tecnica, va detto che durante la fase di asportazione del materiale che delimita la lesione, si crea un’area che impone la deviazione dei flussi di tensione precedentemente presenti nell’area stessa, con le conseguenti concentrazioni di tensione nelle zone circostanti. La ricucitura, non produce invece alcuna modificazione dello stato tensionale precedentemente generato.

In aggiunta questo tipo di intervento non incide sulle cause che hanno dato origine alle lesioni, pertanto si annoverano più svantaggi, che benefici.