RECUPERARE I BORGHI ITALIANI E’ SVILUPPARE UNA NUOVA ECONOMIA: EDILIZIA, TURISMO, AGRICOLTURA, INDUSTRIA PER IL NUOVO CITTADINO DELLE RADICI

I borghi per il cittadino delle radici

L’eredità del passato deve rimanere viva nel presente e deve essere trasmessa alle generazioni future, rappresentando così un mezzo di comunicazione intergenerazionale e una nuova economia

L’eredità del passato deve rimanere viva nel presente e deve essere trasmessa alle generazioni future, rappresentando così un mezzo di comunicazione intergenerazionale e una nuova economia. Il patrimonio culturale del passato è infatti una sorgente di ricchezza per tutti, rappresentando l’insieme di espressioni materiali e immateriali in cui le comunità si riconoscono e diventano riconoscibili per le proprie tradizioni, usi, consumi. È una percentuale significativa di crescita, che sta diventando sempre più attraente, una risorsa “rinnovabile” a scopo economico e sociale. I borghi tracciano un mezzo prezioso e importante di rigenerazione urbana, poiché attraverso di esso si possono ritrovare autenticità e ridisegnare modelli di vita, un valore aggiunto alla riorganizzazione sistematica, organizzata e rigorosa anche di una nuova urbanistica. Avviare questo nuovo processo chiama le istituzioni, i professionisti, sociologi ed economisti ad una multidisciplinarietà consapevole, matura, disciplinata, competente, dove come protagonisti sappiano anche trasmettere l’interesse alla collettività, traducendola in richieste di mercato, che sono un riflesso della crescita delle società con un prevedibile impatto economico, sociale, culturale e ambientale che il turismo in primis genera in tutto il mondo, in un contesto di continua crescita.

Tuttavia, il patrimonio culturale come oggetto di studio e di sviluppo è complesso e sfaccettato, e sta appena iniziando ad essere compreso all’interno degli studi nell’area di turismo (Timoteo, 2018), con una positiva ricaduta sui settori economici emergenti, creando una rete di imprenditori illuminati, anche orientati al cibo, alla gastronomia, al turismo, all’edilizia ricettiva secondo standard di qualità e sostenibilità, per soddisfare anche la nuova richiesta abitativa. Saranno necessari sforzi per rendere appetibile l’offerta passando da informazioni e pubblicazioni a base locale-regionale a riviste indicizzate in banche dati più globali.

Nel ridisegnare l’economia, occorre progettare mantenendo vive le radici, che sostengano la sostenibilità richiesta dall’economia circolare e la sostenibilità ambientale, per trasformare completamente l’attuale economia basata sulla crescita, capitalista e neoliberista, che è alla radice della distruzione del nostro pianeta e della salute delle persone.

IL PNRR E LA RIQUALIFICAZIONE DEI BORGHI. Occorrono stimoli e azioni  collettive per ridisegnare un’economia che garantisca il benessere di tutte le persone e del nostro pianeta condiviso.  Il Ministero della Cultura (MiC) ha pubblicato il bando da 1 miliardo di euro per l’attuazione del Piano Nazionale Borghi previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’iniziativa si articola in due distinte linee di azione: una da 420 milioni di euro per la realizzazione di 21 interventi pilota, uno per ciascuna Regione o Provincia Autonoma, l’altra da 580 milioni di euro per la rigenerazione culturale di 229 borghi storici. I progetti prevedono l’insediamento di nuove funzioni, infrastrutture e servizi nel campo della cultura, del turismo, del sociale o della ricerca, come ad esempio scuole o accademia di arti e dei mestieri della cultura, alberghi diffusi, residenze d’artista, centri di ricerca e campus universitari, residenze sanitarie assistenziali (RSA) dove sviluppare anche programmi a matrice culturale, residenze per famiglie con lavoratori in smart working e nomadi digitali.

L’edilizia in questo contesto punta a riqualificare con materiali innovativi, sostenibili, ecologici, non dannosi alla salute, per realizzare  costruzioni a consumi molto ridotti,  infrastrutture ciclabili, attività partecipative come le produzioni teatrali comunitarie, le reti alimentari agro-ecologiche, che garantiscano anche l’inclusione e l’integrazione di genere.

Il tema delle Aree Interne in Italia rappresenta un’occasione unica, che  tende ad offrire un contributo concreto al tema della “resilienza”: non solo la messa in sicurezza ed eventuale ricostruzione dei luoghi, ma anche il rilancio di tutte le attività locali con risultati tangibili  con  la sperimentazione culturale, agricola e imprenditoriale per riattivare ciò che è stato in chiave green. Dobbiamo indicare un punto di forza dei borghi da recuperare, individuare le caratteristiche e le potenzialità fornendo un indizio del futuro, con idee creative alimentate dalla grande voglia di rinnovamento, per stimolare l’occupazione, in particolare quella giovanile, nelle aree colpite da progressivo spopolamento, che sono ancora  di predilezione per il “nuovo cittadino delle radici”.

Un grande coinvolgimento per vincere è quello dei professionisti delle costruzioni (architetti, geometri, ingegneri), quelli del settore turistico e agroalimentare . Un cammino dove realizzare le idee e costruire un nuovo modello di vita e di produzione.

a cura di Romeo Ferrero consigliere Comites Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale