NON SI POSSONO VENDERE O AFFITTARE IMMOBILI CHE NON RISPETTANO GLI STANDARD ENERGETICI

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Le nuove regole dettate dalla Commissione europea puntano a dare slancio agli edifici a “zero emissioni” per rispettare target 2050

Per il rinnovamento del patrimonio edilizio con l’obiettivo di raggiungere alta efficienza energetica e zero emissioni entro il 2050 è intervenuta la Commissione Europea, che punta ad azzerare le emissioni Co2.

La visione proposta nel rapporto Bringing embodied carbon upfront prevede specifici target al 2030 e al 2050:

  • entro il 2030, tutti i nuovi edifici, le infrastrutture  e le riqualificazioni emetteranno il 40% in meno di Co2 incorporata con riduzioni significative delle emissioni derivanti dai materiali e dalla fase di costruzione e tutti i nuovi edifici azzerino le emissioni di Co2 in fase d’uso;
  • entro il 2050, tutti i nuovi edifici, le infrastrutture  e le riqualificazioni azzereranno le emissioni di carbonio incorporate e tutti gli edifici, incluso il patrimonio edilizio esistente, azzereranno le emissioni di carbonio in fase d’uso.

Una questione meramente ambientale? Non solo. La mossa dovrebbe creare nuovi posti di lavoro nel settore delle ristrutturazioni e dell’edilizia, che genera all’incirca il 9% del PIL europeo, rappresenta 18 milioni di posti di lavoro e, assorbendo il 40% dell’energia finale, è  il più grande consumatore unico di energia d’Europa.

Tutti d’accordo nel raggiungere gli obiettivi, per migliorare le condizioni ambientali e climatiche. Le emissioni di Co2 incorporate sono state trascurate in passato ma, come dimostrato dalla nuova ricerca svolta dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc), raggiungere drastici tagli di tutte le emissioni di Co2 nel prossimo decennio è fondamentale per mantenere l’innalzamento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C.

A far discutere però sono le “penalità” che verranno introdotte per gli edifici che non rispetteranno tali standard. La direttiva prevede infatti che gli Stati introducano delle norme per vietare la vendita e l’affitto degli immobili che a partire dal 2027 (per gli appartamenti in condominio gli standard scatteranno invece nel 2030), non abbiano raggiunti il minimo di efficienza energetica richiesto. Questo minimo sarà, spiega la direttiva, la classe energetica E a partire dal 2027, la classe energetica D, a partire dal 2030 e, infine, la classe energetica C a partire dal primo gennaio del 2033. Una questione di non poco conto se si considera il fatto che la maggior parte degli immobili in Italia presenta la classe energetica più bassa, la G. In base alla direttiva in ogni caso si potrà comunque vendere o affittare il proprio immobile a patto di assumersi l’impegno di raggiungere la classe energetica indicata dal provvedimento entro tre anni dalla stipula dell’atto di vendita o del contratto di affitto.