IL NUOVO ALBO DEI CONSULENTI TECNICI D’UFFICIO DEI TRIBUNALI: IL TESTO IN GAZZETTA UFFICIALE

Consulente Tecnico d’Ufficio

L’articolo 1 del DM n. 109/2023 del 11 agosto istituisce l’Albo unico dei CTU, seguendo le indicazioni della riforma Cartabia. Il ministro Carlo Nordio presenta diverse innovazioni significative che riguardano i requisiti di accesso, l’aggiornamento professionale, le aree di competenza e le specializzazioni.

Cambiano i requisiti di accesso agli Albi dei Consulenti Tecnici di Ufficio (CTU) dei Tribunali , tra questi l’aggiornamento professionale, le aree di competenza e le specializzazioni.Una delle prime novità è il requisito di 5 anni di esperienza professionale come condizione per l’accesso all’Albo unico dei CTU. Questo requisito mira a garantire un’adeguata preparazione e competenza tecnica dei professionisti iscritti.

Inoltre, viene introdotta la continuatività dell’attività come requisito per il mantenimento dell’iscrizione all’Albo. Ciò significa che i CTU devono dimostrare di aver esercitato la loro attività in modo costante nel corso degli anni, senza interruzioni significative.

È previsto anche un obbligo di aggiornamento professionale per il mantenimento dell’iscrizione. Questo implica che i CTU devono continuare a formarsi e ad acquisire nuove competenze nel corso della loro carriera, al fine di garantire un alto livello di professionalità.

Le aree di competenza e specializzazioni sono ampliate con l’introduzione dell’Albo unico dei CTU. Ciò significa che i professionisti possono iscriversi in più campi e possono acquisire anche specializzazioni specifiche all’interno delle loro aree di competenza.

Una novità significativa è l’introduzione della certificazione UNI come prova alternativa di esperienza. Questo consente ai professionisti che possiedono una certificazione UNI riconosciuta di utilizzarla come prova della loro esperienza professionale, evitando così la necessità di dimostrare l’esperienza lavorativa tramite altri documenti. Questo permette ai professionisti di ottenere la certificazione anche se non hanno l’anzianità richiesta dall’Ordine o Collegio di appartenenza. Tuttavia, è importante notare che la certificazione UNI richiede solo 3 anni di esperienza, mentre l’art. 4 del DM richiede 5 anni. Ciò potrebbe causare delle differenze nella valutazione tra le due modalità.

I CTU avranno anche la possibilità di richiedere sospensioni volontarie, il che significa che potranno interrompere temporaneamente la loro attività senza dover rinunciare all’iscrizione all’Albo.

Tuttavia, una prima analisi dell’allegato A del DM evidenzia alcune criticità, soprattutto nel settore tecnico-ingegneristico. Sembra che le competenze richieste non siano sufficientemente specificate e definite, lasciando spazio a un’interpretazione più ampia e potenzialmente ambigua. Ad esempio, ci sono distinzioni molto specifiche tra alcune specializzazioni che possono risultare confuse per i giudici. Si suggerisce quindi di migliorare la definizione di queste competenze, in modo da evitare confusioni durante la scelta dei CTU.

In generale, il DM n. 109/2023 del 11 agosto introduce diverse novità importanti nell’ambito dell’Albo unico dei CTU. Tuttavia, alcune questioni critiche riguardo alle competenze potrebbero richiedere ulteriori approfondimenti e chiarificazioni per garantire un’applicazione efficace della riforma.

Vengono introdotte anche nuove figure professionali dell’ambito tecnico-ingegneristico, come il Data Protection Officer (DPO) e l’Innovation Manager. Questo amplia le possibilità di specializzazioni per i CTU e rende il sistema più completo e aggiornato alle nuove esigenze del mercato.

In conclusione, il nuovo Albo Nazionale dei CTU introduce diverse novità positive che migliorano l’efficienza e l’aggiornamento dei professionisti. Tuttavia, ci sono ancora alcuni aspetti che potrebbero essere migliorati per rendere il sistema più chiaro e completo.

SCARICA IL DECRETO