CASE GREEN: ELIMINATA LA NORMA CHE PREVEDEVA L’OBBLIGO DI FARE INTERVENTI ENTRO DETERMINATE SCADENZE

Case Green

L’Europa sta lottando per raggiungere un accordo sulla direttiva “case green” per l’efficienza energetica degli edifici; durante l’incontro tra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue , la proposta di direttiva europea sulle case green ha subito dei cambiamenti significativi. L’obiettivo era di accelerare il processo di negoziazione e raggiungere un accordo importante, tanto che era stata pianificata una trattativa “a oltranza”. Tuttavia, dopo quasi dodici ore di discussioni, è emerso un approccio più morbido e è stata eliminata la norma che imponeva scadenze per l’intervento sugli immobili.

Si è deciso di concedere agli Stati un margine più ampio per l’applicazione della direttiva.

L’obbligo di intervenire entro determinate scadenze è stato sostituito da un indirizzo generale agli Stati di ottenere entro il 2050 determinati obiettivi di risparmio energetico degli edifici. L’obiettivo ora è di arrivare a un’intesa, partendo da queste nuove basi, probabilmente entro il mese di dicembre.

Le proposte fin ad ora messe in campo prevedevano:

  • per gli edifici residenziali:
    • il raggiungimento della classe energetica “E” entro il 2030;
    • il raggiungimento della classe energetica “D” entro il 2033
  • per gli edifici non residenziali:
    • il raggiungimento della classe energetica “E” entro il 2027;
    • l raggiungimento della classe energetica “D” entro il 2030
  • per gli edifici di nuova costruzione:
    • zero emissioni quelli pubblici, a partire dal 2026;
    • zero emissioni gli altri edifici, a partire dal 2028.

Ora gli Stati membri avrebbero molto margine di manovra nell’applicazione della direttiva. Dovranno elaborare piani fino al 2050 (con scadenze intermedie) per ridurre i consumi energetici, ma l’armonizzazione delle certificazioni energetiche a livello dell’UE è stata rimossa. Inoltre, non è chiaro se e quali agevolazioni fiscali verranno previste per sostenere le famiglie nella ristrutturazione degli immobili.

Nella versione finale della direttiva, sembra prevalere l’approccio più flessibile del Consiglio dell’UE, che permette maggiori differenze tra i singoli paesi, soprattutto per quanto riguarda la classificazione energetica. Attualmente, gli Stati membri devono stabilire standard minimi di prestazione energetica per gli edifici residenziali esistenti, basandosi su una “traiettoria nazionale” che tenga conto del consumo medio di energia nel periodo dal 2025 al 2050.

In Italia, la revisione della direttiva è stata accolta con soddisfazione da parte del governo e delle associazioni del settore edile. Il paese ha un patrimonio edilizio unico, con la maggior parte delle abitazioni costruite prima del 1970. Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha annunciato che verrà effettuata un’analisi delle classi energetiche degli edifici e si interverrà sulle abitazioni con le classi più basse.

Con l’accordo Ue ancora in sospeso, sembra che non ci sia tanta fretta per l’Italia nel mettere in atto la direttiva sulle “case green”.