LA SCELTA DEGLI INTONACI PER CONTRASTARE L’UMIDITA’

La messa in opera di materiali, altamente igroscopici, come la terra cruda, gli intonaci di argilla e lastre in silicato di calcio, facilitano la gestione dei livelli di umidità negli ambienti confinati. Ogni intonaco andrà scelto in base alla struttura e all’età dell’edificio, ai sali minerali presenti della muratura, e all’umidità residua.  

In presenza di umidità vanno evitati i rivestimenti non permeabili al vapore acqueo: smalti, pitture polimeriche filmogene, rivestimenti plastici, tappezzerie, piastrelle o qualsiasi altro materiale o prodotto che possa contrastare e vanificare l’azione dell’intonaco sottostante, se ciò accade aumenta il livello di umidità all’interno della muratura.

Gli edifici fino ad oggi sono stati costruiti in modo diverso, dai materiali, alla filosofia costruttiva, alle tecnologie disponibili.   Quelli realizzati fino al ‘900 sono stati ideati permeabili all’acqua e realizzati con materiali traspiranti, consentendo a una grande percentuale di umidità di evaporare liberamente. Diversamente, gli edifici più recenti per soddisfare le esigenze energetiche sono stati concepiti per essere a tenuta stagna utilizzando tecniche e materiali per tenere completamente fuori l’umidità. Utilizzando materiali adeguati e tecniche specifiche, è possibile creare le condizioni di traspirabilità efficaci che prevengono l’insorgere di problemi legati all’umidità, garantendo così la durabilità e il comfort degli ambienti interni.

L’intonaco di cemento, ad esempio, è molto meno traspirante dell’intonaco a base di calce, il che aumenta l’umidità compresa quella di risalita in un muro, dopo una ristrutturazione. 

Gli intonaci ad alto potere coprente resistenti a livello meccanico intrappolano l’umidità nei muri. Così gli intonaci con cemento sono molto resistenti ma amplificano l’umidità di risalita sia come estensione che come percentuale di umidità in altezza e in % di umidità. Un buon intonaco serve a proteggere i muri sottostanti e il cemento creando una massa troppo pesante non favorisce il passaggio del vapore attraverso il muro. Inoltre, è un materiale rigido e non si presta alle sollecitazioni dovute alle escursioni termiche che provocano dilatazioni e movimenti. La conseguenza è un insieme di patologie che accompagnano ad un veloce degrado dell’intonaco stesso e alla muratura sottostante.

Nei vecchi edifici è ancora più evidente il problema delle spaccature e dei distacchi se viene applicato un intonaco cementizio sulla muratura che, per sua natura, è una struttura “morbida ed elastica”. In questi casi è importante intervenire con malte che abbiano una composizione uguale o simile per caratteristiche fisico-chimiche a quelle originali. L’aggiunta di cemento alle malte di calce è stata una pratica comune per aumentarne la resistenza iniziale; tuttavia, si è visto che le proporzioni elevate di cemento possono compromettere la durabilità e causare danni a pietre e murature sensibili ai solfati.

Quando siamo davanti ad un intervento di risanamento in presenza di umidità, il cemento va rigorosamente evitato.

Purtroppo, la maggior parte degli intonaci, “per risanamento muri umidi”, contengono dal 5 al 20% di cemento. Quelli descritti con “a base di calce” hanno una indicazione sviante perché non significa “di sola calce idraulica naturale (NHL 5)”.  In Italia c’è un po’ di confusione e quindi è possibile vendere intonaci per risanamento muri umidi, con l’etichetta “a base di calce idraulica naturale” che non significa “di solo calce idraulica naturale”. E si confonde anche la calce idraulica (HL) con la Calce idraulica naturale (NHL). 

In base alla norma UNI EN 459-1:2010, i prodotti ottenuti con la cottura di marne naturali oppure di mescolanze omogenee di pietre calcaree e di materie argillose sono indicati come Calci Idrauliche Naturali.  Queste hanno la sigla NHL (Natural Hydraulic Limes). Tra le calci idrauliche naturali, si fa una distinzione in base alla resistenza meccanica a 28 giorni.

Ci sono 3 classi di calci idrauliche naturali:

  • NHL 2.0 
  • NHL 3.5
  • NHL 5.0.

Bisogna leggere attentamente la composizione riportata nelle schede tecniche e se non è NHL5 e quindi di sola calce il risultato finale di un intervento non sarà lo stesso di quello affrontato con il prodotto siglato NHL.

Gli intonaci tradizionali a calce pozzolanica romana (Fig. 1 verdi) offrono piena traspirabilità e resistenza all’acqua allo stesso tempo, mantenendo l’edificio traspirante durano a lungo in presenza di acqua e sali.

Fig. 1
L’uso di pozzolana nelle malte di calce è una pratica consolidata che migliora significativamente le proprietà del materiale.

Quando si aggiunge pozzolana alla calce, si ottiene una reazione che produce composti stabili come silicati e alluminati di calcio, i quali contribuiscono a migliorare la durabilità dell’involucro edilizio. Questo processo riduce il rischio di danni causati dal gelo, estendendo la vita utile della malta. La scelta della pozzolana influisce direttamente sulla densità e la resistenza alla compressione. Materiali pozzolanici più morbidi, come la polvere di mattoni cotti a temperature inferiori ai 950°C, tendono a creare malte più permeabili e flessibili, adatte per restauri conservativi. Al contrario, l’uso di materiali pozzolanici duri può portare a malte più rigide e meno compatibili con il restauro di strutture storiche.