LA LUNGA STORIA DI UNA CATEGORIA PROFESSIONALE CHE SI RINNOVA SECONDO LE ESIGENZE DEL PAESE ALLA QUALE ANCHE LE DONNE PARTECIPANO ALLO SVILUPPO DELLA PROFESSIONE

Geometri Italiani

L’11 febbraio 1929, una data che coincide con la firma dei Patti Lateranensi, si arrivò finalmente alla regolamentazione della professione di geometra con il Regio Decreto n. 274. Questo rappresentò il coronamento di molte battaglie combattute dalla categoria, le cui origini risalgono agli anni Settanta del XIX secolo, dopo il ritorno di Roma all’Italia. Nel 1877 si tenne il primo congresso nazionale dei geometri italiani a Roma, dove vennero indicate le esigenze formative, si partecipò alla formulazione delle regole che riguardavano direttamente la categoria e si espresse una solidarietà che avrebbe protetto e coinvolto tutti i geometri.

L’Italia, a partire dall’Unità, assunse gradualmente il monopolio dell’istruzione, non solo nelle università, ma soprattutto negli istituti tecnici, che erano fondamentali per la formazione dei futuri professionisti. La competenza governativa sull’istruzione tecnica, inizialmente divisa tra il Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio e il Ministero della Pubblica Istruzione, è un elemento da considerare per capire i primi passi dei periti agrimensori-geometri.

Il secondo congresso dei geometri si tenne a Torino nel 1898, dove si cercò di ripristinare l’antica dignità universitaria della disciplina. Si propose la sostituzione del titolo di “ingegnere rurale” con quello di “perito agrimensore” e fu promosso un progetto di legge per l’esercizio della professione. Nonostante queste proposte non avessero avuto effetti immediati, il dibattito sulle competenze dei tecnici rimase vivo.

Tre anni dopo, nel 1901, i geometri italiani si riunirono a Bologna per un convegno. Durante l’evento, furono inviati telegrammi al Ministro della Casa Reale e al sindaco di Torino per ricordare l’onorario presidente Umberto I del primo congresso di Roma e per sollecitare il Ministro della Pubblica Istruzione a definire chiaramente, tramite un decreto esplicito, le mansioni dei geometri che esercitavano l’ingegneria tecnica agraria. Durante il congresso, si discussero vari argomenti riguardanti la categoria, come la regolamentazione del servizio dei geometri presso le corti e la creazione di una cassa mutua pensioni per gli orfani dei geometri.

I geometri agrimensori si resero conto che i loro problemi professionali richiedevano un’azione congiunta e, quindi, organizzarono il quarto congresso nazionale a Catania nel 1902, dove venne fondato il sindacato nazionale degli ingegneri agronomi. Il quinto congresso nazionale dei geometri fu inizialmente programmato per il 1903 a Firenze, ma a causa di problemi organizzativi fu rinviato al 1906 a Milano. Durante il congresso del 1906, i geometri fecero appello al Ministero delle Finanze affinché i geometri del catasto fossero equiparati ai funzionari pubblici sia in termini di progressione di carriera sia in termini economici.

Nel 1907, un’assemblea generale straordinaria dei geometri a Roma presentò un memoriale ai parlamentari con le richieste della categoria. Tuttavia, il progetto di legge sulle professioni tecniche presentato alla Camera dei Deputati dal deputato De Seta non ottenne successo. Progetti di legge successivi per la regolamentazione della professione dei geometri presentati nel corso degli anni successivi fallirono anch’essi.

Fu solo negli anni Venti del Novecento che si ottenne una reale progressione nella regolamentazione della professione dei geometri. Nel 1922, il ministro della giustizia e degli affari di culto Luigi Rossi presentò un nuovo disegno di legge sulle professioni tecniche. Nel 1923, la riforma Gentile stabilì che la sezione di agrimensura avrebbe preparato alla professione di geometra. Nel 1928, con un decreto del Ministero della pubblica istruzione, il termine “geometra” sostituì ufficialmente quello di “perito agrimensore”. Nel 1923, venne approvata la legge n. 1395 che regolamentava la professione degli ingegneri e degli architetti e forniva le prime disposizioni relative ai geometri.

L’11 febbraio 1929, il decreto regio n. 274 stabilì le norme definitive per la professione dei geometri, tra cui l’obbligo di costituire gli Albi dei geometri.

Il momento fondamentale per il “Geometra” è stato rappresentato dal formarsi dei “Collegi”, destinati, come annunciarono i loro promotori a “promuovere e tutelare gli interessi morali e materiali” della Categoria.

Il primo “Collegio” è nato ad Alessandria nel 1876 e l’iniziativa si allargò a macchia d’olio, coinvolgendo rapidamente molte città italiane. Uno dei principali fautori fu Antonio Muracchi, studioso di agrimensura, che oltre ad organizzare un Collegio a Roma, si impegnò, insieme con altri, a dare vita ad un Congresso generale degli agrimensori, che si tenne nella capitale fra il 30 gennaio ed il 6 febbraio 1877.

Al simposio, oltre ai temi generali di carattere tecnico-scientifico, si discusse sulla professione ed il suo ordinamento, vale a dire sulle competenze, sugli onorari, sulla formazione scolastica. Uno degli argomenti dibattuti, fu il nome, o meglio il titolo da attribuire a chi oggi esercita la professione del “geometra”. Fra i convenuti – furono presenti alcuni che si definirono “ingegneri agronomi”, altri “periti agrimensori”, altri ancora “geometri” e così via. Al Congresso presenziarono, vari delegati, diversi deputati, due ministri ed un personaggio famoso, come Quintino Sella – Ministro delle Finanze del Regno d’Italia; la questione venne risolta, ma non senza vivaci opposizioni, con la dizione di “ingegneri-agronomi”.

Altre decisioni riguardarono le richieste di miglioramento dei programmi scolastici, e per una migliore organizzazione della Categoria, si decise di dare al Collegio di Roma la funzione di “Collegio Centrale”, con il compito di rappresentare gli ingegneri-agronomi presso il Governo. Tuttavia una spinosa questione emerse subito dopo, proprio a proposito del tanto dibattuto titolo (ingegnere-agronomo), esso venne ritenuto infatti “abusivo”, prima dal Prefetto di Roma e successivamente dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

La disputa, destinata a trascinarsi per anni, finì all’inizio del nuovo secolo, quando i “Collegi degli ingegneri agronomi”, diventarono “Collegi degli agrimensori ed agronomi”, in sintonia con la sistemazione dell’ordinamento scolastico in materia, che in quel periodo si articolò su due sezioni: agronomia e agrimensura.

Quando la riforma Gentile, introdusse nuovi cambiamenti nell’orientamento dell’istruzione tecnica, una legge del 24 giugno 1923, precisò:

  • “saranno formati in ogni Provincia dalle autorità indicate “Albi Speciali” per i periti agrimensori (geometri). Ad essi potranno iscriversi, coloro ai quali spetti il relativo titolo professionale rilasciato da scuole regie pareggiate e pianificate”.

Da notare qui, oltre alla costituzione degli Albi, la presenza della dicitura “geometri”. Ed infatti il Regio Decreto 11 febbraio 1929 n.274 diete l’assetto definitivo alla professione dei Geometri Italiani; esso ribadì l’obbligo di costituire gli albi, definiti per la prima volta “albi dei Geometri”, precisando inoltre gli interventi professionali di questa figura nell’ambito di quelle progettazioni di opere minori, la cui esecuzione non richiedesse speciali cognizioni scientifiche dei tecnici dell’agricoltura ( dottori agronomi e periti agrari) e degli ingegneri.

La situazione, definitasi sul piano formativo e professionale, venne a precisarsi ulteriormente dal punto di vista della tutela degli interessi con l’inserimento dei geometri nella “corporazione delle professioni e delle arti”.

L’ordinamento corporativo, voluto dal fascismo, aveva previsto infatti l’istituzione di ventidue corporazioni destinate a rappresentare i lavoratori.

Così i geometri, già inquadrati professionalmente con gli albi prescritti fra il 1923 ed il 1929, vennero inseriti in una ben precisa posizione sociale e “sindacale”. Si può sostenere, che gli anni Venti costituirono, nel loro insieme, il momento decisivo sia per il configurarsi della professione, che degli studi necessari per prepararla. Una Categoria che si è evoluta, nella quale hanno trovato spazio e realizzazione anche le donne, che nell’ultimo decennio sempre più numerose sono entrate a far parte dei Consigli di Collegio, molte di loro sono Presidenti e Delegati Cassa. Sembra ancora un percorso lungo, che comunque non va più a rilento, di questa Categoria le donne sono tante di più rispetto al passato ed hanno un rapporto buono/ottimo con l’ordine di appartenenza locale.

Il geometra, come oggi lo conosciamo oggi, nasce appunto nel 1929, ma le sue origini, sono ben più lontane e profonde, risalgono all’antico Egitto.

Le donne geometra nella storia hanno avuto anch’esse un ruolo significativo nel campo dell’edilizia. Il loro contributo è spesso stato sottovalutato o ignorato nel corso dei secoli, ma molte donne hanno dimostrato una grande competenza e capacità nel settore.

Un esempio importante è quello di Filarete (1400-1469), la cui opera più illustre è il Trattato di Architettura, uno dei primi trattati sull’argomento. Una sezione del trattato era dedicata all’edilizia , e Filarete affermò che le donne potevano eccellere in questo campo tanto quanto gli uomini. Tuttavia, l’idea che le donne potessero diventare geometra era ancora considerata una novità.

Nel XVII secolo, Maria Cunitz (1610-1664) divenne una delle prime donne a essere riconosciuta come geometra. Era un’astronoma e pubblicò un’opera importante sulla meccanica celeste intitolata “Urania propitia” nel 1650. Il suo lavoro fu apprezzato da molti colleghi maschi dell’epoca.

Nel XIX secolo, Caroline Herschel (1750-1848) si distinse come una delle prime donne astronomi e geometri. Oltre ad assistere suo fratello William Herschel nelle sue osservazioni astronomiche, fece importanti scoperte da sola. Fu la prima donna a scoprire una cometa e fu anche la prima donna ad essere affiliata a un’importante istituzione scientifica.

Nel XX secolo, le donne geometra hanno continuato a fare progressi. Ad esempio, Emily Rapp Black (1907-1983) fu una delle prime donne a praticare come geometra negli Stati Uniti. Fu una pioniera nel campo della fotogrammetria, utilizzando fotografie aeree per creare mappe e modelli 3D.

In Italia la presenza di una delle prime donne iscritte e diplomate si riscontra al Corso di Agrimensura a Vercelli – Anno scolastico 1918-1919

Ancora oggi, le donne geometra continuano a portare un contributo significativo nel settore. Le loro competenze e soluzioni innovative sono riconosciute e apprezzate, ma c’è ancora molto lavoro da fare per ridurre il divario di genere nel campo dell’edilizia e all’interno della Categoria.

Le donne geometra hanno dimostrato nel tempo una grande abilità nel gestire i progetti e nel collaborare con altri professionisti del settore; la loro capacità di comunicazione e di lavorare in team è un vantaggio prezioso, in quanto favorisce una maggiore efficienza e efficacia nelle attività di progettazione, costruzione, nell’estimo, nella salubrità degli edifici.

Allo stesso tempo, stanno incoraggiando un maggiore coinvolgimento delle donne nel settore dell’edilizia e dell’ingegneria. Supportano la formazione e la partecipazione delle giovani donne in questi campi, contribuendo a un ambiente professionale più inclusivo e diversificato. Un impegno, che ha portato alla costituzione di una specifica Associazione “Donne Geometra” promossa da uomini e donne che agiscono come un punto di riferimento per la rete professionale e lo scambio di conoscenze, attraverso la condivisione di esperienze, risorse e opportunità, per sostenere la crescita e il successo professionale di entrambi i generi.

Ha promosso corsi di formazione specifici per donne e giovani , incoraggiando la partecipazione femminile e giovanile nella professione. Inoltre, ha sostenuto iniziative volte alla promozione della salute e dell’igiene ambientale, sensibilizzando sia le donne che i giovani sulle problematiche legate all’inquinamento indoor, all’ambiente e all’energia. Grazie al suo impegno, l’associazione ha contribuito a generare un cambiamento culturale e sociale, aprendo nuovi orizzonti professionali per le donne e i giovani, promuovendo un approccio più sostenibile e consapevole verso i temi della sostenibilità e la salubrità, contribuendo così a rendere la Categoria alla quale appartengono all’avanguardia nel progetto dell’Esperto in edificio Salubre.

Questo esperto contribuisce a creare ambienti interni e esterni che promuovono la qualità dell’aria, l’illuminazione naturale, la riduzione dell’inquinamento acustico, l’accesso a spazi verdi, la gestione sostenibile dell’acqua e dell’energia, e molto altro ancora. Inoltre, può suggerire l’uso di materiali di costruzione sostenibili e non tossici e valutare l’impatto ambientale complessivo di un edificio, tutelando la salute degli occupanti. L’obiettivo principale di un esperto edificio salubre è quello di creare spazi ed ambienti che abbiano un impatto positivo sulla salute delle persone che li vivono o che li utilizzano. Questo è particolarmente importante, considerando che molte persone trascorrono gran parte del loro tempo all’interno degli edifici, sia a casa che al lavoro.

Le “donne geometra” hanno favorito la conoscenza delle patologie che si possono contrarre negli edifici un campo di studio ampio e multidisciplinare, che coinvolge professionisti dell’area tecnica e sanitaria. Un impegno di molti anni, che ha aperto notevoli opportunità di lavoro ed ha sviluppato negli ultimi decenni l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e l’interesse crescente verso la qualità dell’ambiente costruito, affiancando i tecnici al mondo della ricerca medica per sviluppare soluzioni volte a prevenirle o mitigarne gli effetti.

Da qui l’impegno a sostenere anche iniziative per la mitigazione del gas radon offrendo piani formativi che permettono ai tecnici di conseguire la qualifica di esperto in interventi di risanamento gas radon acquisendo conoscenze approfondite sulle fonti di radon, sulle modalità di misurazione e sulle strategie per ridurre i livelli di questo gas all’interno di un edificio che provoca il cancro del polmone , con particolare attenzione ai titoli autorizzativi ed alla interazione del gas radon con l’efficientamento energetico e le ulteriori fonti inquinanti indoor.

Per info scrivete a: info@tecnicieprofessione.it

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