CASE GREEN: I LAVORI EDILI DA ESEGUIRE
La Direttiva sull’Efficienza energetica degli edifici (EPBD) rappresenta un’iniziativa ambiziosa e necessaria per l’Italia, che si allinea con gli obiettivi di sostenibilità dell’Unione Europea. Con l’obiettivo di ridurre significativamente il consumo energetico degli edifici, la direttiva stabilisce dei target precisi e incoraggia una transizione verso edifici a emissioni zero. Questo non solo promuove l’uso di energie rinnovabili ma stimola anche il mercato verso innovazioni nel settore delle costruzioni e della ristrutturazione. La sfida per l’Italia sarà quella di integrare queste direttive con le politiche nazionali, garantendo che i piani di ristrutturazione e costruzione rispettino i nuovi standard energetici. Se ben gestita, questa transizione potrebbe portare a un miglioramento qualitativo del parco immobiliare italiano, con benefici a lungo termine sia per l’economia che per l’ambiente. La direttiva EPBD, quindi, oltre a essere una sfida, è un’opportunità per l’Italia di posizionarsi come leader nell’efficienza energetica e nella sostenibilità ambientale.
Rinnovare i vecchi edifici: quali interventi e costi?
Gli interventi necessari per rendere più efficienti gli edifici esistenti e ridurre i consumi energetici sono simili a quelli già previsti dal Superbonus. Tra questi troviamo:
- Isolamento termico: installazione di un cappotto termico per impedire la dispersione di calore in inverno e l’ingresso di calore in estate.
- Sostituzione di infissi: sostituzione di finestre e porte con modelli più performanti dal punto di vista energetico, in grado di garantire un migliore isolamento termico e acustico.
- Impianti di riscaldamento: sostituzione delle vecchie caldaie con modelli a condensazione o pompe di calore, che garantiscono un’elevata efficienza energetica e riducono le emissioni di CO2.
Il costo degli interventi varia in base alle dimensioni e alle caratteristiche dell’immobile. Tuttavia, è importante sottolineare che gli investimenti in efficienza energetica possono portare a significativi risparmi sulle bollette energetiche nel lungo periodo, oltre a migliorare il comfort abitativo e la qualità dell’aria interna.
Oltre agli interventi sopracitati, è possibile valutare anche altre soluzioni come l’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria o l’adozione di sistemi di domotica per la gestione intelligente dei consumi energetici.
L’efficientamento energetico degli edifici rappresenta un’opportunità di miglioramento per il futuro. La stima di 270 miliardi di euro riflette l’importanza e la complessità degli interventi necessari per raggiungere gli standard richiesti. Questa cifra tiene conto di un investimento che varia per singolo immobile da 20.000 a 55.000 euro. Alcune stime più pessimiste i potizzano addirittura un costo fino a 60.000 euro per unità immobiliare.Nonostante l’investimento iniziale possa sembrare elevato, i benefici a lungo termine, come la riduzione dei costi energetici e l’aumento del comfort, sono incentivi importanti per procedere in questa direzione. Inoltre, le agevolazioni fiscali e gli incentivi offerti possono aiutare a mitigare l’impatto finanziario per i proprietari degli immobili. È essenziale considerare questi fattori quando si valutano i costi e i benefici dell’efficientamento energetico, e consultare un esperto può fornire una guida preziosa in questo processo di trasformazione verso un futuro più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
In Italia, su circa 12 milioni di edifici residenziali, più della metà si trovano nelle peggiori classi energetiche, F e G. Per rispettare gli obiettivi della direttiva Epbd, entro il 2030 sarà necessario riqualificare il 15% degli edifici in classe F e G, per un totale di circa 1,8 milioni di unità immobiliari. Entro il 2033, la quota di edifici da ristrutturare salirà al 26%, coinvolgendo circa 3,2 milioni di case.
L’Italia si trova di fronte a una sfida significativa nel campo dell’efficienza energetica, con l’obiettivo di riqualificare milioni di case per rispettare la direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici. Questo impegno non solo contribuirà a ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2, ma migliorerà anche la qualità della vita nelle città italiane. Nonostante le difficoltà legate ai costi e alla manodopera, il paese sta cercando di bilanciare le esigenze economiche dei proprietari di casa con gli obiettivi ambientali. La proposta di direttiva, attualmente in esame al Parlamento Europeo, prevede la ristrutturazione di tra 3,1 e 3,7 milioni di edifici entro il 2033. Questo sforzo collettivo rappresenta un passo importante verso un futuro più sostenibile e un esempio dell’impegno dell’Italia nella lotta contro il cambiamento climatico.
Obiettivi e scadenze della direttiva sull’efficienza energetica
L’Europa accelera la transizione verso un futuro energetico più sostenibile con la direttiva Epbd. Gli obiettivi ambiziosi prevedono una riduzione dei consumi energetici degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, rispetto ai livelli del 2020.
Per raggiungere questi traguardi, gli Stati membri dovranno:
- Ristrutturare gli edifici meno efficienti: entro il 2030, il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni energetiche dovrà essere riqualificato, passando al 26% entro il 2033. Saranno introdotti requisiti minimi di prestazione energetica per tutti gli edifici.
- Favorire l’energia solare: l’installazione di pannelli solari diventerà obbligatoria sui nuovi edifici pubblici e non residenziali tra il 2026 e il 2030.
- Dire addio alle caldaie a gas: la progressiva dismissione delle caldaie a gas inizierà nel 2025, con la fine delle agevolazioni fiscali per gli impianti tradizionali. Entro il 2040, tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni zero.
- Edifici pubblici a emissioni zero: già dal 2028, tutti i nuovi edifici occupati o di proprietà delle pubbliche amministrazioni dovranno essere a emissioni zero.
- Obiettivo finale, emissioni zero entro il 2050
Promuovere la decarbonizzazione, impatto e riflessioni sulla nuova direttiva energetica
La direttiva introduce una serie di strumenti e orientamenti fondamentali per avanzare verso la decarbonizzazione e per modernizzare il patrimonio immobiliare. Questo porterebbe a vantaggi significativi per gli abitanti, i proprietari degli edifici e l’economia nazionale, nonché per la sicurezza energetica e la salute pubblica.
Tuttavia, all’interno di questa direttiva emergono due punti che richiedono una riflessione più approfondita:
- Nuovi criteri per le classi energetiche e per gli attestati di prestazione energetica: gli Stati membri dovranno ridefinire le classi energetiche degli edifici, passando da una scala che va dalla A (edifici a emissioni zero) alla G.
- Nuovi obiettivi per gli edifici residenziali e del terziario: la direttiva introduce nuovi obiettivi da raggiungere per gli edifici residenziali e del terziario.
Nelle precedenti versioni della bozza di direttiva, l’appartenenza alla classe G veniva definita in base al 15% degli immobili con le prestazioni peggiori. Nella versione attuale, la classe G viene definita come quella che corrisponde agli edifici con le prestazioni peggiori del parco immobiliare nazionale al momento dell’introduzione della scala.