LA RIGENERAZIONE URBANA E LE POLITICHE ABITATIVE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE: GOAL 11 DELL’AGENDA 2030

Un’attenta lettura dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile nelle sue linee ambientali, economiche, sociali e istituzionali, solleva un insieme di questioni fortemente connesse al concetto di “governo del territorio” e ben più ampie rispetto alla tradizionale pianificazione urbanistico-territoriale a base spaziale.

D’altra parte, il governo del territorio, per come è definito nel DLGS n. 112 del 1998 e poi delineato nell’art. 117 della Costituzione approvato nel 2001, ed ancor più nelle interpretazioni ad esso date da molte leggi regionali in assenza di un testo legislativo statale concernente i principi fondamentali, presenta molti elementi essenziali per giungere a disegnare le politiche di sviluppo improntate alla sostenibilità, tra i quali: la concezione multilivello; il superamento dei settorialismi e la pratica consapevole delle interdipendenze; la sussidiarietà verticale ed orizzontale; la prevalenza degli interessi generali e collettivi; la tutela dei valori ambientali e storico-culturali; la centralità della conoscenza e della valutazione; la partecipazione consapevole e collettiva alle deliberazioni; l’approccio strategico e l’effettività della deliberazione comune.

In questo contesto, diventa quindi necessario rafforzare il ruolo del governo del territorio come strumento di orientamento e programmazione dello sviluppo sostenibile. Questo implica introdurre principi fondamentali che promuovano la sostenibilità ambientale, economica, sociale e istituzionale, oltre a favorire la partecipazione attiva delle comunità locali nelle decisioni che riguardano il proprio territorio. È quindi fondamentale avere una legislazione statale che delini i principi che devono guidare il governo del territorio, fornendo un quadro chiaro e stabile per gli enti territoriali.

Nonostante l’importanza di una tale legislazione, purtroppo fino ad ora non è ancora stata approvata. Ciò ha contribuito all’erosione della capacità di previsione e programmazione della pianificazione territoriale, rendendo necessario l’adozione di approcci strategici che tengano conto dell’incertezza e creino scenari su cui basare le azioni.

Fortunatamente, le politiche di coesione e di sviluppo sostenibile hanno già praticato approcci strategici, dimostrando la loro efficacia nell’affrontare le sfide della sostenibilità. È quindi auspicabile che tali approcci siano ulteriormente sviluppati e applicati a livello nazionale, affinché il governo del territorio possa effettivamente contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 tra cui la rigenerazione urbana e le politiche abitative per lo sviluppo sostenibile.

La rigenerazione urbana è un processo che mira a trasformare e rinnovare gli spazi urbani, al fine di migliorare la qualità della vita delle persone che abitano in città. Questo processo coinvolge la riqualificazione di edifici e quartieri deteriorati, la creazione di nuovi spazi pubblici, l’implementazione di infrastrutture sostenibili e la promozione di un mix funzionale tra residenze, servizi e attività commerciali.

Le politiche abitative sono un insieme di strumenti e misure messe in atto dai governi e dalle amministrazioni locali al fine di garantire l’accesso a un’abitazione dignitosa per tutti i cittadini. Queste politiche possono comprendere la promozione di edilizia sociale, l’adozione di politiche di controllo dei prezzi degli affitti, la creazione di fondi per l’accesso al credito e la promozione dell’accesso alla proprietà o al noleggio.

La rigenerazione urbana e le politiche abitative sono strettamente interconnesse, poiché entrambe mirano a migliorare la qualità della vita in ambito urbano.

La rigenerazione urbana può contribuire a risolvere i problemi di degrado e abbandono dei quartieri, creando spazi abitativi di qualità che rispondano alle diverse esigenze della popolazione. Allo stesso tempo, le politiche abitative possono favorire la rigenerazione urbana, garantendo l’accesso a un’abitazione adeguata anche per le fasce più deboli della popolazione.

Nella pratica, le politiche abitative possono essere integrate nei progetti di rigenerazione urbana, ad esempio promuovendo la realizzazione di alloggi sociali o agevolando l’accesso al credito per interventi di ristrutturazione edilizia. Allo stesso tempo, la rigenerazione urbana può offrire opportunità per l’integrazione sociale e la lotta alle disuguaglianze, ad esempio attraverso la creazione di spazi pubblici aperti a tutti i cittadini o la riqualificazione di aree degradate.

Poichè le città stanno evolvendo rapidamente, sia in termini di popolazione che di sfide ambientali e sociali, servono tecnici delle costruzioni e urbanisti qualificati, che sappiano interfacciarsi con i sociologi, gli psicologi, il settore sanitario perchè dovranno essere in grado di affrontare queste sfide e proporre soluzioni innovative per creare città sostenibili, resilienti, salubri, inclusive e abitabili.

Uno dei compiti principali sarà quello di progettare edifici e infrastrutture che siano energeticamente efficienti e che utilizzino fonti rinnovabili per la produzione di energia. Dovranno anche trovare soluzioni per ridurre l’impronta ecologica delle città, ad esempio creando spazi verdi urbani e promuovendo la mobilità sostenibile. Si dovranno progettare spazi pubblici inclusivi e accessibili, che promuovano l’interazione sociale, la salute e il benessere dei cittadini. Dovranno anche affrontare la questione della densità urbana, cercando di trovare il giusto equilibrio tra la necessità di spazio e l’efficienza delle risorse. La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale stanno rivoluzionando il settore dell’edilizia, consentendo di creare modelli tridimensionali, visualizzazioni realistiche e simulazioni delle condizioni ambientali dei progetti.

Le case del futuro per comunità sostenibili saranno caratterizzate da una serie di innovazioni e pratiche che permetteranno una maggiore sostenibilità ambientale e sociale.

  1. Energia sostenibile: le case del futuro saranno dotate di impianti fotovoltaici o altre fonti di energia rinnovabile per la produzione di energia elettrica. Questo permetterà di ridurre la dipendenza dalle fonti di energia fossile e di ridurre le emissioni di gas serra.
  2. Materiali eco-friendly: le case del futuro utilizzeranno materiali da costruzione ecologici, come l’uso di legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile o di materiali riciclati. Inoltre, si presterà attenzione al ciclo di vita dei materiali, cercando di ridurre l’impatto ambientale legato alla loro produzione e smaltimento.
  3. Efficientamento energetico: le case del futuro saranno dotate di sistemi per il risparmio energetico, come l’isolamento termico delle pareti, l’utilizzo di infissi ad alta efficienza energetica e l’adozione di sistemi di riscaldamento e raffrescamento a basso consumo energetico. Inoltre, verranno utilizzate tecnologie smart per ottimizzare l’uso dell’energia all’interno della casa.
  4. Raccolta e utilizzo delle acque piovane: le case del futuro saranno dotate di sistemi di raccolta e utilizzo delle acque piovane, che potranno essere impiegate per l’irrigazione del giardino, per l’uso nei servizi igienici o per altre necessità non potabili.
  5. Giardini urbani e spazi verdi: le case del futuro saranno progettate per includere giardini verticali, tetti verdi e spazi dedicati alla coltivazione di orti urbani. Questo permetterà di aumentare la biodiversità, ridurre l’inquinamento atmosferico e promuovere uno stile di vita più sano.
  6. Mobilità sostenibile: le case del futuro saranno collocate all’interno di comunità che promuovono la mobilità sostenibile, offrendo infrastrutture per il trasporto pubblico, piste ciclabili e facilitando l’accesso a servizi di car sharing o bike sharing. Inoltre, verranno progettate con soluzioni di parcheggio per veicoli elettrici e sistemi di ricarica.
  7. Comunità collaborative: le case del futuro saranno parte di comunità sostenibili che favoriranno lo scambio di risorse, la condivisione di spazi e l’adozione di pratiche collaborative. Questo favorirà la riduzione dello spreco, la condivisione delle competenze e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse.

Questi sono solo alcuni degli aspetti che caratterizzeranno le case del futuro per comunità sostenibili. L’obiettivo sarà quello di raggiungere un modello di vita che ci permetta di vivere in armonia con l’ambiente, riducendo l’impatto negativo delle nostre azioni e promuovendo uno sviluppo sostenibile.

In conclusione, la rigenerazione urbana e le politiche abitative sono due temi strettamente correlati, entrambi finalizzati a migliorare la qualità della vita nei contesti urbani. Attraverso l’integrazione di queste due dimensioni, è possibile promuovere uno sviluppo urbano sostenibile, equo e inclusivo.