UMIDITA’?: IL CARTONGESSO NON E’ LA RISPOSTA

Nel campo dell’edilizia, la corretta gestione dell’umidità rappresenta una delle sfide più complesse e sottovalutate. L’umidità non è soltanto un fattore di discomfort abitativo, ma costituisce una variabile critica che incide direttamente sulla durabilità delle strutture, sull’efficienza energetica degli edifici e, soprattutto, sulla salute degli occupanti. La presenza di umidità in eccesso può generare fenomeni di condensazione, proliferazione microbica (muffe, funghi, batteri), degrado dei materiali, distacchi di finiture e compromissione dell’isolamento termico. In questo contesto, la scelta dei materiali da costruzione e di finitura assume un ruolo strategico. Ogni elemento impiegato in un sistema edilizio deve essere valutato non solo per le sue caratteristiche estetiche o meccaniche, ma anche per il suo comportamento igroscopico, la sua traspirabilità e la sua capacità di interagire correttamente con l’ambiente circostante. L’errore più comune, soprattutto in interventi di ristrutturazione o risanamento, è quello di adottare soluzioni superficiali che mascherano il problema senza risolverlo alla radice.

Uno dei materiali più frequentemente utilizzati in modo improprio è il cartongesso. Sebbene sia apprezzato per la sua versatilità, leggerezza e rapidità di posa, il cartongesso è del tutto inadatto a contesti in cui l’umidità è presente o latente. La sua struttura interna e il rivestimento esterno lo rendono vulnerabile all’assorbimento di acqua e alla colonizzazione fungina, con conseguenze che possono essere gravi e invisibili per lungo tempo.

Perché il cartongesso è una scelta inadatta per il trattamento di muffa e umidità

L’impiego del cartongesso come soluzione contro la formazione di muffa e l’umidità ambientale rappresenta un errore tecnico e progettuale che può compromettere gravemente la salubrità e la durabilità degli ambienti edilizi. Per comprendere appieno le ragioni di questa inadeguatezza, è necessario analizzare le dinamiche fisiche e igrometriche che determinano la comparsa di muffe e condense superficiali.

Origine e meccanismi della muffa

La proliferazione fungina (muffa) è il risultato di condizioni ambientali favorevoli alla crescita microbiologica, in particolare:

  • Umidità relativa elevata: quando l’UR supera il 60–70%, l’aria diventa satura e favorisce la condensazione superficiale.
  • Umidità di risalita capillare: fenomeno tipico delle murature prive di barriera chimica o fisica contro l’umidità, dove l’acqua proveniente dal terreno risale attraverso i pori dei materiali da costruzione.
  • Condensa interstiziale e superficiale: si verifica quando l’aria calda e umida entra in contatto con superfici fredde, causando la formazione di microgocce d’acqua.
  • Ponti termici: discontinuità nell’isolamento termico che generano zone fredde, favorendo la condensazione.
  • Infiltrazioni d’acqua: derivanti da guasti strutturali (coperture, terrazzi, impianti idraulici) che introducono umidità liquida all’interno delle strutture.
  • Scarsa ventilazione: insufficiente ricambio d’aria che impedisce l’espulsione del vapore acqueo prodotto dalle attività quotidiane (cucina, bagno, asciugatura indumenti).

Limiti strutturali e igroscopici del cartongesso

Il cartongesso, composto da un nucleo di gesso rivestito da fogli di cartone celluloso, presenta caratteristiche fisiche che lo rendono vulnerabile all’umidità:

  • Elevata porosità: il gesso è un materiale igroscopico, capace di assorbire rapidamente l’umidità ambientale e liquida.
  • Rivestimento organico: il cartone esterno, costituito da cellulosa, rappresenta un substrato ideale per la colonizzazione fungina.
  • Assenza di traspirabilità: il cartongesso non consente il passaggio del vapore acqueo, generando intercapedini stagnanti tra pannello e parete.
  • Degrado accelerato: in presenza di umidità persistente, il cartongesso si deforma, si sfalda e perde le sue proprietà meccaniche e strutturali.

Effetti collaterali e rischi nascosti

L’installazione di cartongesso su superfici umide o soggette a condensa non risolve il problema alla radice, ma lo maschera temporaneamente, aggravandolo nel tempo:

  • Si crea una camera chiusa tra il pannello e la parete, dove l’umidità si accumula senza possibilità di evaporazione.
  • La muffa prolifera indisturbata in un ambiente favorevole, invisibile all’occhio umano ma attivo dal punto di vista microbiologico.
  • Il muro originale continua a deteriorarsi, compromettendo la stabilità e la salubrità dell’intera struttura.
  • Si generano odori sgradevoli, efflorescenze saline, distacchi di intonaco e potenziali danni alla salute degli occupanti.

Uso corretto del cartongesso

Il cartongesso può essere impiegato esclusivamente come elemento di finitura estetica, solo dopo aver effettuato:

  • La bonifica completa delle cause di umidità (barriere chimiche, impermeabilizzazioni, isolamento termico, ventilazione meccanica controllata).
  • La verifica igrometrica delle superfici mediante strumenti professionali (termoigrometri, igrometri a contatto, termocamere).
  • L’asciugatura certificata delle murature e l’applicazione di trattamenti antimuffa e consolidanti.

In sintesi, il cartongesso non è un materiale progettato per ambienti umidi o soggetti a fenomeni di condensazione. Il suo utilizzo in tali contesti non solo è inefficace, ma può generare gravi problematiche strutturali e igienico-sanitarie. La corretta gestione dell’umidità richiede interventi tecnici mirati, basati su diagnosi strumentale e soluzioni ingegneristiche, non su coperture estetiche.